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«Edilizia passiva: il futuro è arrivato»

«L’efficienza energetica degli edifici è la mia passione». Si presenta così Alessio Agnoletti, architetto dal 2003, libero professionista e collaboratore già dal ’97 (dai tempi in cui era studente universitario) di uno noto studio del Valdarno, Artifex, a Terranuova Bracciolini (Ar).

Di cosa si occupa in particolare?

«Negli ultimi tempi mi sto occupando soprattutto di risanamenti energetici e di progettazione di edifici passivi, ossia quegli edifici che per mantenere temperature di confort in estate ed inverno richiedono un consumo di energia prossimo a zero».


Qual è l’andamento del mercato nel suo ambito di riferimento?

«È decisamente in fermento. Il settore si è consolidato ormai da qualche anno. Il lavoro è notevolmente aumentato, c’è maggiore consapevolezza sulle problematiche energetiche da parte dei committenti e molti sanno che un edificio non progettato e curato in maniera attenta può generare gravi problemi. La prima casa passiva risale agli anni ’80. Ma solo oggi ha la giusta considerazione, perché si inizia ad avere più attenzione ai consumi. Per esempio si rivolgono a me persone con alti consumi energetici, ma anche con disagi legati a fenomeni tipo muffe o condense superficiali causate da problematiche costruttive dei loro edifici. E se in passato era difficile proporre soluzioni innovative, oggi la gente si informa sul web ed è più predisposta a interventi di un certo livello e qualità».


Come ha trovato questa edizione di Klimahouse?

«Ormai sono tanti anni che frequento questa manifestazione, come altri appuntamenti del settore. A Klimahouse ritrovo tante idee interessanti, molte aziende con cui collaboro e che conosco: è un piacere aprire la mente a tutte le novità che sono in cantiere. C’è anche da dire che abbiamo raggiunto un buon livello di innovazione ed è sempre più difficile andare oltre».


Cosa pensa dell’iniziativa di Isa Project?

«È stato davvero utile andare con loro a Klimahouse e usufruire del servizio che hanno organizzato gratuitamente per noi. L’idea di organizzare il viaggio ci ha permesso di raggiungere l’evento senza lo stress di organizzare lo spostamento ma, anzi, ottimizzando l’attesa del viaggio nella conoscenza e il confronto con altri professionisti del settore. Il gruppo mi è piaciuto molto e abbiamo avuto modo di scambiarci tante informazioni utili».